#1 | MAGHI, BAGATTI, GIOCOLIERI

In danza con la rubrica La Casa dei Tarocchi che curo su Oubliette Magazine, ecco il numero Uno. È lui, è lei, non ha necessariamente un genere definito, soprattutto se si osservano le moderne carte Queer, ad esempio le Modern Witch.

Rosso, il suo colore. Quattro, i Semi che – fuoriusciti dal sacco del Matto – accompagnano il concreto operare.

Volendo datare un oggetto in una forma ben definita” scrive Giordano Berti “si può dire con assoluta certezza che i Tarocchi nacquero nell’Italia del Nord nei primi decenni del Quattrocento. Erano un raffinato gioco di Corte, perché quelle immagini evocavano pensieri lontani dalla gente del popolo. Ben presto divennero un gioco d’azzardo e tuttavia i giuristi lo definivano in modo ambiguo dato che nel gioco dei Tarocchi si può vincere anche con pessime carte… come in guerra”.

Dal Bagatto al Mondo per raggiungere il Matto. E ritorno. Procederemo passo per passo, stanza per stanza.

Le Bateleur, Signore e Signori! Et voilà, l’artisan, le Magicien avec ses outils! The Magician with his tools has come.

C’è lo psicoterapeuta con poltrona e parole, con la capacità di ascolto e comprensione del paziente che ora siede vis à vis sull’altra poltrona e compie operazioni matematiche con i sintomi, e plasma la creta dell’Io coi sogni.

C’è l’alchimista che rimescola frattaglie, cose che si trovano nelle cloache – in sterquiliniis invenitur – e gira e rigira, e assaggia e pregusta, e già sogna quell’oro che spera diventi la sua stessa pasta.

C’è lo studente che legge e capisce, o almeno così gli sembra, ma forse soltanto parzialmente intuisce; io temo che per ripetere la nuova lezione gli occorrano quelle sinapsi che ha dimenticato proprio ieri da qualche altra parte, forse al parco o a casa dell’amico.

A questo giovane servirebbero la costanza nell’attenzione, un impegno più che moderato rivolto ad allenare la memoria a breve termine, un po’ di ordine nell’archivio mnesico del caso per poter cogliere il significato recondito nei fatti, per trasformarne il senso appena ventilato, per fissare il ‘volatile’ e dire “ora ho compreso!” – è un consenso affermato, è un “sì, professoressa, oggi ho studiato”.

Il Bagatto, Signore e Signori!

Ecco a voi l’artigiano, il piccolo eppure grande Mago con i suoi strumenti! Non è illusione, non è una truffa: trattasi di pura ispirazione!

Per leggere il seguito: https://oubliettemagazine.com/2020/07/15/la-casa-dei-tarocchi-1-le-arti-del-bagatto/

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