ARCANE E CONTEMPORANEE, LE FIABE

Articolo di Cinzia Caputo e Valeria Bianchi Mian

La nostra vita non è determinata tanto dalla nostra infanzia, quanto dal modo in cui abbiamo imparato a immaginarla.

J. Hillman 

 

UN INTRECCIO DI PENSIERI E IMMAGINI IN DIALOGO CON JUNG 

di Cinzia Caputo

Il processo di individuazione teorizzato da C.G. Jung presuppone per ognuno di noi un cammino iniziatico rintracciabile nelle narrazioni fiabesche così come nel segreto nascosto delle lame dei Tarocchi

In questo laboratorio condotto dalla Dottoressa Bianchi Mian e da me – Fiabe e Tarocchi, 2023 – abbiamo  creato un percorso esperienziale in cui alle fiabe con il loro significato simbolico, si sono associate le immagini corrispondenti dei Tarocchi amplificando e arricchendo la conoscenza di entrambe.  

Le fiabe aiutano il nostro principio d’individuazione indicandoci come trovare il senso della vita, come realizzare il nostro destino ed esprimere al massimo il potenziale dentro di noi.

Tutte le fiabe portino alla descrizione di un unico evento psichico, estremamente complesso seppur identico, che Jung definisce il Sé.

Esso costituisce la totalità psichica dell’individuo ma anche il centro regolatore dell’inconscio collettivo. Ogni uomo e ogni popolo vive in modo diverso questa realtà psichica, e le fiabe, essendo l’espressione più semplice dell’inconscio collettivo, possono offrire un’immagine delle diverse fasi di tale esperienza. Queste fasi hanno un diretto collegamento con il processo alchemico paragonato  da Jung all’individuazione, il cui significato profondo è rintracciabile nel colore nero della nigredo, nel bianco dell’albedo, e nel rosso della rubedo, spesso rappresentate nelle fiabe.   Se il nero rappresenta la prima fase oscura, il bianco è espressione della purezza, ma anche dell’innocenza che deve incontrare il suo opposto, cioè l’oro, metallo elettivo, in quelle nozze che i testi alchemici rappresentano come coniunctio di oro e argento, sole e luna, principio maschile e femminile.

Questi temi  sono allo stesso modo rintracciabili nelle carte dei Tarocchi che hanno costruito l’impalcatura esperienziale del  gruppo. 

Nelle fiabe c’è sempre un eroe o un’eroina che parte  da una situazione di deprivazione e di sofferenza che  esprime la solitudine primordiale, lo stato di bisogno e di mancanza di noi tutti. Deve affrontare avventure, ed ostacoli, aiutato da forze magiche a superare  le prove,  ricompensate poi  dalla conquista del tesoro e dalle nozze regali, che rappresentano la congiunzione degli opposti, ossia di Animus/Anima uno degli archetipi fondamentali al processo.   

Nella fiaba ci sono le fasi principali della vita: la situazione primaria con le sue difficoltà, la solitudine, il viaggio,le prove, il combattimento, la ricompensa.

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Il GRUPPO È UN MAZZO

di Valeria Bianchi Mian 

Con il gruppo, grazie al gruppo, attraverso il gruppo: Cinzia Caputo ed io abbiamo viaggiato insieme al gruppo, conducendo e al contempo seguendo l’eroe e la fanciulla eroica, là dove i protagonisti sono costretti a fare i conti con le ombre per incontrare se stessi e per riconoscere ciò che non avrebbero mai creduto di essere.

È stato un po’ come se il Bagatto, giovane intraprendente Mago del mazzo degli arcani maggiori, inizialmente partito come Matto del tutto inconsapevole, Puer-ile e privo della coscienza del procedere, si ritrovasse finalmente piccolo alchimista a operare con lo svolgimento delle trame fiabesche.

Accesi con Raperonzolo i primi barlumi di consapevolezza nel gruppo – composto da un solo  partecipante uomo tra le donne – ci siamo soffermate a lungo sulle icone del femminile: madri e matrigne, figlie e figliastre, spose cadaveri, sorelle, prigioniere liberate, riconoscendo virtù arcane come la Forza e la Giustizia, la Temperanza, ritrovando Papesse e Imperatrici.

Il gruppo si è sentito molto coinvolto nella storia di Barbablù e a quel punto l’unico partecipante maschio ha espresso la speranza desiderante di poter far sì che – magari un giorno non troppo lontano – il patriarca Saturnino possa trasformarsi – in ognuno di noi, maschi e femmine – per poter partecipare ai giochi in un’unione che lo spazio tempo gruppale concretizza grazie alle azioni sceniche e alle storie che nascono, alle pratiche di narrazione che permettono il rimescolamento dei simboli. Perché il gioco, come ben sappiamo, suggerisce coscienza nello spazio della relazione.

Anche Cinzia Caputo ed io abbiamo intrecciato relazione là dove i suggerimenti iniziali di lei servivano a dare spunti alle pratiche che suggerivo io per poi rimescolare, e ancora di nuovo attivare il gioco che, come dice J. Huizinga, crea  cultura. E, di nuovo, il Tarot Telling stimolava riflessioni e osservazioni, e queste stimolavano nuovi giochi, fino ad arrivare all’ultimo incontro dove ci siamo permessi di vivere l’incontro con lo specchio. Non si è trattato di un dialogo di mere brame ma un seppur breve riconoscimento dell’Altro in noi, della virtù sottesa a ogni vizio di Grimilde, la regina di Biancaneve. Per comprendere la trasmutazione che solo dall’incontro con l’opposto rinnegato può attivarsi.

E cosa sono i Tarocchi, se non specchi nei quali scoprire le voci del gruppo in cammino?  

Esperienza da ripetere!

P.S. Cinzia Caputo è stata mia ospite nel salotto letterario di Giunti Psicologia. Per poter rivedere l’evento – interessantissimo:

https://www.psicologia.io/formazione-online/nel-labirinto-delle-parole

Biografie delle autrici: https://tarotdramma.com/2023/06/13/fiabe-arcane-in-workshop-online-2128-6-5-7/

Informazioni e iscrizioni: 3332544620 – tarotdramma@gmail.com

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