UN’ESPERIENZA CON IL TAROTDRAMMA di Valentina Russo / Facilitatrice in TD®
Con il desiderio di fare buon uso del dono più prezioso che le feste natalizie ci offrono, io ed alcune amiche siamo partite ognuna dalla sua città. Arrivate alla casa di montagna in mezzo al bosco, circondate dalla neve e riscaldate dal camino, ci sentivamo come quei piccoli semi che, rifugiandosi sotto terra, aspettano solo il momento giusto per il loro risveglio. E dato che l’attesa serve per prepararsi, noi ci siamo sedute intorno al tavolo su cui troneggiava la bustina di tessuto andino che ormai da anni protegge i miei consunti TAROCCHI.
Prima di tutto, ho mostrato alle ragazze un dipinto: Donne al lavoro.

A. sbottando a ridere, ha detto: «Quella in disparte sembro proprio io! Guardate, siamo anche nella stessa posizione!»
R. si è identifica nella donna con il fazzoletto in testa che «guarda avanti, là, dove c’è uno spettacolo teatrale». Infine P. ha scelto di essere la donna vestita di giallo «che sta insegnando a ricamare alla sua amica».
Ho cominciato a farle entrare “nella parte”, è nato un dialogo con il quale le altre cercavano di coinvolgere anche A. che, però, continuava a rimanere in disparte. Poco a poco si è aperta, è riuscita a esprimere il suo perché e ha provato a spiegare il suo modo di pensare, ma le compagne, chiuse nelle loro posizioni, sembravano non volerlo accettare. Dato che i toni cominciavano ad alzarsi, ho deciso di passare alla pratica della Tarotfullness© [la Mindfulness del metodo TD®]. Dopo un rilassamento ottenuto grazie alla respirazione, ho fatto scegliere a ciascuna un oggetto presente nell’immagine e dopo averci lavorato, prima di uscire, grazie al Body Scan, le ragazze sono riuscite a riconoscere anche i propri malesseri. Caviglie, fegato… e finalmente A. ha dichiarato di aver sentito «molto male al cuore».
Infine, ho proposto di realizzare anche una pratica di poesia visiva che unisce Tarot Poetry e Tarot Art, due aree del modello. Ciascuna di loro ha pescato una carta e ha scritto una paginetta di pensieri lasciandosi guidare dalla stessa. Poi, da quel flusso di coscienza, hanno scelto alcune parole che sono diventate la base per la loro carta personale, realizzata a colpi di scotch e forbici.
Il risultato non è stato solo bello, ma soprattutto interessante per loro, che si sono dette molto contente dell’esperienza ma anche insoddisfatte. Nel senso che volevano andare avanti, continuare ad approfondire. E io non potevo certo deluderle! Anche perché una carta in particolare era stata creata con uno strano numero romano che sembrava proprio una tirata a tre, pronta per essere interpretata…
E allora siamo andate avanti, dato che comunque eravamo lì per godere del regalo di cui parlavo all’inizio. Ah, qual è, dite?
Ma il TEMPO, ovviamente!

